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VITAMINA D: FA BENE ALLE OSSA?

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Negli ultimi decenni si sono moltiplicati gli studi sull’utilizzo della vitamina D per la prevenzione e il trattamento di molteplici condizioni cliniche. Il grande entusiasmo iniziale, in relazione ai potenziali benefici di questa vitamina, è andato però pian piano a scemare. Questo perché, allo stato attuale delle conoscenze, l’utilizzo appropriato della vitamina D risulta limitato a poche e specifiche condizioni.

Numerosi studi e meta-analisi hanno valutato l’effetto dell’ integrazione di vitamina D, in associazione al calcio, sulla salute muscolo-scheletrica. Secondo questi studi l’uso di integratori di vitamina D appare adeguato solo nella prevenzione o il trattamento di rare condizioni di osteoporosi documentata, rachitismo e osteomalacia, che possono presentarsi a causa di una prolungata carenza di vitamina D. Quest’ultima dunque non risulta avere effetti benefici clinicamente significativi su fratture, cadute o aumento della densità ossea nei soggetti sani.

Questi risultati sono stati riconfermati da un recente aggiornamento che ha raccolto 81 studi randomizzati controllati, i quali hanno coinvolto 53.537 soggetti adulti. Sono stati confrontati coloro che assumevano supplementi di vitamina D con controlli non trattati o trattati con placebo. Applicando una tecnica statistica detta trial sequential analysis ai risultati di questa revisione, è stato possibile confermare che la vitamina D non diminuisce il rischio di fratture e cadute nemmeno del 5% in termini relativi. Nonostante ciò, l’uso di vitamina D è in costante aumento in Italia, soprattutto negli anziani e nelle donne.

I risultati emersi da queste recenti analisi andrebbero integrati nelle linee guida nazionali e internazionali, per permettere un miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva dei preparati a base di vitamina D.

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