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COS’È LA SINDROME DEL CUORE SPEZZATO?

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Quante volte in seguito ad un evento doloroso abbiamo esclamato o abbiamo sentito dire “mi si è spezzato il cuore”. Ma questo detto ha in realtà una spiegazione concreta e ci sono persone che ne vengono colpite.

Si chiama Sindrome del “cuore spezzato”, nota anche come cardiomiopatia di Takotsubo, ed è un raro problema cardiaco caratterizzato da una disfunzione che si verifica in seguito a un dolore o a un forte stress emotivo, come ad esempio la perdita di una persona cara.

La sindrome è stata scoperta in Giappone nel 1991. Gli scienziati le hanno dato il nome di cardiomiopatia di Takotsubo, in quanto nei pazienti il ventricolo sinistro assume una forma a palloncino che lo rende simile al cestello (tsubo) utilizzato nel Paese del Sol Levante per la pesca al polpo (tako). Secondo gli scienziati nella metà dei casi il disturbo si manifestava in associazione a problemi psichiatrici o disturbi mentali come la depressione.

Proprio questa associazione tra i problemi psichiatrici e la cardiomiopatia di Takotsubo ha recentemente ispirato uno studio. La ricerca è stata condotta da Christian Templin, studioso del Policlinico Universitario di Zurigo, ed è stata pubblicata sulla rivista specializzata European Heart Journal. Lo scopo del team è stato quello di confrontare il cervello dei pazienti con la sindrome del “cuore spezzato” con quello degli individui sani, per vedere se effettivamente la sindrome aveva origine proprio nel cervello.

I risultati hanno evidenziato che nei pazienti che soffrono di questo disturbo si verificano dei problemi di comunicazione tra le regioni del cervello che elaborano le emozioni e controllano varie funzioni autonome del corpo umano, tra cui la respirazione e il battito cardiaco. L’ alterazione di queste connessioni sarebbe alla base della sindrome.

Sembra, quindi, che l’eccessiva stimolazione del sistema nervoso in seguito a uno stress fisico o emotivo potrebbe essere la causa della sindrome del “cuore spezzato”.

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