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Alzheimer: la scoperta che sta rivoluzionando la sua comprensione

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Gli scienziati del University College di Londra hanno individuato i primi casi di morbo di Alzheimer trasmissibile attraverso procedure mediche specifiche. Questo non significa che l’Alzheimer sia contagioso come una malattia infettiva, ma che alcune pratiche mediche, in particolare legate alla somministrazione di un ormone della crescita umano ottenuto da cadaveri, possono trasmettere la patologia. Questo trattamento, noto come c-hGH, è stato utilizzato fino al 1985 e coinvolgeva la somministrazione di ormone ottenuto dall’ipofisi di soggetti deceduti. In un periodo di oltre vent’anni, quasi 2.000 persone furono sottoposte a questa pratica, che fu abbandonata quando fu scoperta la contaminazione da prioni, proteine associate a gravi malattie neurodegenerative.

Risultati della Ricerca: Una Connessione tra Malattie Prioniche e Alzheimer

Il team di ricerca ha analizzato otto casi di persone sottoposte a questo trattamento da bambini, rilevando che cinque di esse hanno sviluppato sintomi di Alzheimer precoce. I pazienti, esaminati dopo decenni dal trattamento, hanno manifestato depositi prematuri di placca beta-amiloide nel cervello, associata all’Alzheimer. Gli ormoni contaminati hanno dimostrato di trasmettere queste placche nel tessuto nervoso dei topi. Nonostante la scoperta, gli scienziati sottolineano che non esiste alcuna indicazione che l’Alzheimer possa essere contratto attraverso il contatto ravvicinato o le cure mediche di routine.

Implicazioni e Revisione delle Procedure Mediche

La scoperta ha importanti implicazioni per la comprensione e il trattamento futuro dell’Alzheimer. Poiché malattie prioniche e Alzheimer condividono processi patologici simili, i risultati della ricerca potrebbero portare a una revisione delle procedure mediche o chirurgiche per prevenire la trasmissione della malattia attraverso materiale biologico contaminato. Il dottor Gargi Banerjee, primo autore dello studio, afferma che questa scoperta deve guidare una revisione critica di alcune procedure mediche obsolete, sottolineando che la malattia di Alzheimer non può essere trasmessa durante le attività quotidiane o mediche di routine.

Articolo basato sulla ricerca “Iatrogenic Alzheimer’s disease in recipients of cadaveric pituitary-derived growth hormone” pubblicato su Nature.

 
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