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IL GLIFOSATO: UN PERICOLO PER LA SALUTE?

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Un recente studio svolto dall’Università di Washington rappresenta l’epilogo di oltre un decennio di ricerche sui rischi legati all’esposizione di esseri umani e animali al glifosato. Il glifosato è un prodotto utilizzato in agricoltura, per distruggere le piante infestanti che potrebbero danneggiare le altre piante. Considerato il pesticida più diffuso al mondo, dopo vari studi è stato associato a gravi nocività per la salute umana ed è stato classificato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”.

Gli scienziati della University of Washington hanno deciso di prendere in analisi la letteratura scientifica su questo argomento, mettendo a confronto i dati dal 2001 al 2018. Analizzando questi ultimi 17 anni di studi relativi agli effetti del glifosato sulla salute dell’uomo, i risultati a cui sono arrivati sono preoccupanti. Sembrerebbe infatti che per le persone esposte al glifosato andrebbe ad incrementare del 41% il rischio di sviluppare un linfoma non Hodgkin, il tumore maligno che origina dai linfociti, cioè le cellule principali del sistema immunitario.

Ma capire se sia davvero così sembra abbastanza complicato. Infatti, la comunità scientifica, inevitabilmente esposta alle vigorose influenze delle lobby dei produttori di pesticidi, non ha ancora raggiunto un consenso unanime. Vediamo di seguito alcuni studi fatti in materia e le relative conclusioni.

L’ECHA, l’Agenzia europea delle sostanze chimiche, ha affermato che il glifosato può essere considerata una sostanza dannosa per gli occhi e tossica per la vita acquatica, però le evidenze scientifiche non permettono di classificarlo come cancerogeno.
L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, sostiene che è alquanto improbabile che questa sostanza presenti una minaccia di cancro per l’uomo. In questo caso però la valutazione potrebbe non essere imparziale poichè basata su ricerche effettuate dai produttori di glifosato.
L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è giunta alla conclusione che, esistono prove abbastanza limitate di cancerogenicità e che quindi il glifosato debba essere inserito tra le sostanze “probabilmente cancerogene per l’uomo”. Alla stessa conclusione è giusta anche l’IARC, l’International Agency for Research on Cancer.

Questi pareri discordanti in generale sulla questione, in ogni caso, non negano i risultati ottenuti dalla University of Washington in merito all’incremento del rischio nello sviluppo del linfoma non Hodgkin.

 

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