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RICERCA SUL PARKINSON: IL RUOLO DELL’INTESTINO

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Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa che va ad intaccare ed a provocare la morte delle cellule responsabili della produzione di dopamina. Quest’ultima è un neurotrasmettitore che controlla molte funzioni cerebrali come comportamento, cognizione, movimento volontario, motivazione. Le cause di questa malattia non sono ancora ben conosciute, ma recentemente una nuova ricerca ha permesso di scoprire una possibile origine.

Uno studio svedese condotto da Bojing Liu, ricercatore del Karolinska Institutet di Stoccolma, nel 2017 ha portato alla luce la possibilità che l’origine del Parkinson non sia nel cervello. Secondo i ricercatori infatti la malattia si irradia dall’intestino e comincia a mostrare i suoi sintomi anni prima.

A questa conclusione si è arrivati esaminando i registri nazionali svedesi, per confrontare i dati di coloro che avevano avuto una vagotomia (ossia un intervento di rimozione del nervo vago, il quale collega l’intestino al cervello) con quelli di chi non aveva subito alcun intervento.

Dai risultati è emerso che, dei 9.430 pazienti che avevano avuto una vagotomia completa, solo 19 (0,78%) avevano sviluppato il Parkinson, mentre il numero di coloro che avevano sviluppato la malattia dopo una vagotomia selettiva ammontava a 60 (1,08%). Per quanto riguarda invece il gruppo di coloro che non avevano subito alcun intervento, su 377.200 persone analizzate, a 3.932 (1,15%) era stata diagnosticata la malattia.

Questa scoperta ha portato i ricercatori a considerare coloro che avevano subito una vagotomia meno predisposti a sviluppare il morbo, rispetto a coloro che non avevano subito l’intervento. Proprio per questo si è pensato a un collegamento dell’origine del Parkinson all’intestino.

Sull’argomento erano già stati fatti degli studi e questa ricerca non ha fatto altro che ribadire i risultati raggiunti precedentemente. Un test fatto sui topi nel 2016, aveva mostrato dei collegamenti tra le infezioni batteriche intestinali e il morbo di Parkinson e, nel 2017, uno studio statunitense aveva scoperto che vi sono differenze tra i batteri intestinali presenti nell’organismo di un uomo sano e quelli che invece vivono nel corpo di un uomo affetto dal morbo. Lo studio sembra, tra l’altro, confermare anche altri dati empirici precedentemente sottolineati come la constatazione che chi ha il Parkinson è spesso affetto da disfunzioni dell’apparato digerente (soprattutto stipsi).

Liu ha però voluto sottolineare che il Parkinson è una malattia multifattoriale e che, per combatterla, bisognerebbe scoprire tutte le sue cause. Nonostante ciò, grazie a questa ricerca, ci si è avvicinati di un altro passo alla scoperta dell’origine del Parkinson e questo permette di intravedere un barlume di speranza per un futuro più libero da questa malattia.

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