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STUDIARE FA BENE AL CUORE! SCOPRIAMO PERCHÈ

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Un recente studio condotto dall’Imperial College di Londra e dalle Università di Bristol, Cambridge e Oxford britannico e pubblicato sul British Medical Journal, rivela che studiare aiuta a proteggere il cuore.

In che modo?

Riducendo l’Indice di massa corporea e della pressione sistolica, entrambi fattori che influiscono sul rischio cardiovascolare.

Ebbene si, la notizia (emersa a pochi giorni dalla fine delle attività della scuola dell’obbligo) risulta dunque molto buona per tutti gli appassionati e, chissà, forse anche un incoraggiamento per tutti coloro che invece non amano particolarmente lo studio.

Come si è arrivati a questa conclusione?

I ricercatori hanno svolto lo studio lavorando su due analisi statistiche e genetiche. La prima analisi è stata condotta su un campione di 200mila adulti del Regno Unito, confrontando gli anni trascorsi a studiare da ognuno dei partecipanti con l’Indice di massa corporea, la pressione sanguigna, la dipendenza dalla nicotina ed eventuali malattie cardiovascolari contratte nel corso degli anni.

Fatto ciò, gli studiosi hanno condotto la cosiddetta “randomizzazione mendeliana” , vale a dire un’analisi genetica basandosi su un campione di oltre un milione di individui, per la maggior parte europei, i cui dati genetici erano raccolti in un database pubblico. Questo tipo di tecnica ha consentito di fornire un risultato più affidabile nell’individuazione di una possibile relazione di causa ed effetto tra due fenomeni in questione, ossia tra il grado di istruzione e la riduzione del rischio cardiovascolare.

Dai risultati finali è dunque emerso che trascorrere più tempo a studiare permette di ridurre di un terzo il rischio di malattie cardiache. In particolare, hanno verificato che 3,6 anni aggiuntivi di studio sono associati a una diminuzione dell’Indice di massa corporea di 1 kg/m2 e a una riduzione della pressione arteriosa sistolica di 3 mm/Hg.

A questo punto è normale chiedersi, a cosa è dovuto questo effetto?

In generale chi ha studiato e studia di più tende a seguire uno stile di vita tendenzialmente sano. Questo però non è tutto, secondo i ricercatori solo la metà di questo effetto protettivo deriva dal peso ridotto, dalla pressione arteriosa e dal fatto di fumare di meno.

Ci sono sicuramente altri motivi che collegano l’educazione con la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e il loro intento ora è proprio indagare su questo. Tra le piste che stanno seguendo i ricercatori, la più probabile sembra essere l’ipotesi di una maggiore interazione con il medico che, dunque, potrebbe agire sulle diagnosi precoci.

Questa scoperta potrebbe rappresentare un vero e proprio stimolo alla prevenzione. La consapevolezza di una possibile associazione tra livello di istruzione e salute cardiaca potrebbe essere uno slancio sia per chi ha lasciato precocemente la scuola, sia per gli adulti che ormai hanno completato il percorso di formazione.

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